La7, crescono ascolti e raccolta. Cairo investe sulle properties digitali

Conferme per i “soliti noti” Floris, Formigli, Giletti, Gruber, Mentana, Zoro, Purgatori. In arrivo Licia Colò, addio a Miss Italia

È stato un approccio che ha voluto ribadire gli inizi e i progressi quello scelto da Urbano Cairo che ieri a Milano ha presentato alla stampa la nuova stagione dei palinsesti La7 e La7d. «È la mia settima conferenza da quando nel 2013 ho acquistato un’azienda che perdeva da un decennio 100 milioni l’anno registrato un utile di 400 mila euro: non una grande cifra ma mi auguro sia foriera di buoni risultati. In questi anni La7 è cresciuta negli ascolti, dal 3% al 3,9%: da metà settembre 2018 a metà giugno 2019 il risultato raggiunto evidenzia il 5,1% in prime time, superando Italia 1 e Rete 4. Cresciamo del 6% nel totale giorno e del 7% in prime time – ha dichiarato Cairo -. Segno più davanti anche per l’adv, con un +8,5% nel 2018 (pari a 150 milioni di euro di cui 2,5 dal digital). Nei primi 5 mesi dell’anno, con un mercato tv che secondo Nielsen è in calo (-3,7%), La7 cresce del 6,2% (pari a 75 milioni di euro).

Con buoni ascolti la raccolta cresce di conseguenza anche se non è un effetto immediato, attendiamo per il secondo semestre un risultato positivo a due cifre, come realizzato nel 2018 con +17%». A margine dell’evento l’amministratore delegato di Cairo Pubblicità Uberto Fornara ha dichiarato: «Il gruppo conta 700 clienti attivi, di cui 101 in esclusiva, e 180 esclusive di prodotto. I listini per l’autunno saranno ultimati entro domani: non ci saranno sostanziali novità sui prezzi ma stiamo ragionando su nuovi formati».
Cairo ha sottolineato la missione della rete diretta da Andrea Salerno, sempre legata all’approfondimento della realtà italiana. «In un momento in cui è importante che il nostro Paese abbia una serie di spunti di accrescimento culturale, La7 con il tipo di approfondimento che propone, ha reso temi di élite più popolari. Il bisogno di informazione della gente non morirà mai, ci sarà sempre bisogno di informazione affidabile, credibile e precisa. La7d è apprezzata dalle aziende, stiamo disegnando il progetto di potenziamento della rete già da settembre». Performance positive anche per le piattaforme digital nell’ultima stagione tv. Da settembre 2018 a giugno di quest’anno sono stati registrati 26 milioni di browser unici sui siti web La7 con il +32% (rispetto al pari periodo 2018). Le visualizzazioni di La7.it e dei suoi programmi hanno raggiunto 384 milioni tra le proprie piattaforme digital La7.it, TGla7.it, Sedanoaalegro.it, app TGLa7 e i canali La7 su YouTube (+32% sulla stagione precedente), sono stati 226 mila i download dell’app TGla7 (+41% in un anno). Sono oltre 4,1 milioni i fan su Facebook e Twitter, con 576 milioni di visualizzazioni dei post e dei tweet (+13%) e più di 9 milioni di interazioni social (+83%). La nuova offerta digitale riparte dal nuovo sito www.la7.it online da ieri e rinnovato per una nuova modalità di fruizione, da desktop e da mobile, dei programmi in streaming e on demand di La7 e La7d. La home page è in aggiornamento continuo per seguire in tempo reale i fatti di attualità. La7 ha acquisito i diritti di catch-up di Grey’s Anatomy: per chi non riuscirà a vederli in tv, gli episodi della nuova stagione saranno visibili per tutta la settimana on demand. Da quest’anno la diretta streaming e tutta la programmazione saranno disponibili anche su smartphone con la nuova app La7. «È un mondo in cui credo molto e sul quale stiamo investendo. C’è spazio di crescita: ad esempio in Spagna Unidad Editorial, con Mundo e Marca, la raccolta digitale ha superato quella cartacea. Come Corriere e Gazzetta stiamo sviluppando gli abbonamenti digitali, sarebbe più facile se diventasse uno standard di mercato».

Informazione linfa vitale dei palinsesti
Passando ai programmi, dopo l’ufficializzazione della conferma di Massimo Giletti a La7 per ulteriori due anni, Cairo ha annunciato i rinnovi di contratto con Corrado Formigli fino al 2025, con Diego Bianchi in arte Zoro e con il team di Propaganda per tre anni, mentre a gennaio arriverà Licia Colò con Eden (ci sarà un’anticipazione del programma in autunno), a testimonianza di un interesse al tema ambientale. Conferme in prime time per diMartedì con Giovanni Floris, il Tg, le Maratone e i Bersagli mobili di Enrico Mentana, Otto e mezzo di Lilly Gruber, Atlantide di Andrea Purgatori, nel day time Myrta Merlino e Tiziana Panella. Miss Italia invece non è stata riconfermata. Prosegue il “corteggiamento” a Milena Gabanelli, ma «in questo momento lei non vuole fare la tv, quindi ce la godiamo per quello che fa con noi: il Data Room al Corriere e il collegamento settimanale all’interno del Tg di Mentana. Il tipo di tv che fa lei, in parte lo copriamo con La7 ma non esattamente: per noi rimane un obiettivo, ma rispettiamo i suoi tempi», ha spiegato Cairo. Sempre in corso i lavori per migliorare access prime time, il sabato e la domenica pomeriggio. Secondo il manager l’intrattenimento di tipo diverso va valutato bene e deve comunque mantenere una connessione con la linea della rete.

A Cairo non dispiacerebbe un programma sui libri, un tema da sviluppare affidandolo a un conduttore “giusto”. Le sinergie con le testate di Rcs e Cairo Communication non vengono “sforzate” – «lascio che le cose avvengano in modo naturale» ha detto – ma si sono concluse quelle con altri editori con l’acquisto da Sky della serie tv Chernobyl e da Netflix il documentario su Tommaso Buscetta Our Godfather: The Man the Mafia Could Not Kill, in programma a settembre. Nessuna spending review sugli ingaggi ma l’attenzione ai costi è costante. Frutti economici positivi derivano anche dal Mux operativo dal 2017. «Attualmente lo utilizziamo per l’HD dei nostri due canali. Abbiamo avuto contatti con interlocutori che non ci hanno convinto, ma l’operazione ha comunque portato dei risparmi anche senza affitto a terzi». Continua, poi, la “crociata” del patron de La7 sul canone Rai. «Con le 3.621 ore di informazione all’anno, numero superiore a tutte le reti o anche superiore alla somma tra più reti, anche noi facciamo servizio pubblico e abbiamo credito per avere un contributo. È un’ingiustizia: non è solo un fatto economico ma sarebbe un riconoscimento di quello che facciamo».

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