La Rivoluzione Analogica – Non sei su Facebook? Ma chi ti credi di essere? Quando i governi sono Le Sorelle Materassi
Partiamo da qui, la radio ha raggiunto 50 milioni di utenti in 38 anni, la tv li ha raggiunti in 13 anni. Facebook ha raggiunto un miliardo di utenti in otto anni. Il 27 giugno del 2017 gli abitanti di Facebook erano già 2 miliardi. Come faccio a fidarmi di te se ti dissoci così dalla vita partecipativa del social network? Ti sei dissociato, anzi “dissocializzato”. Quindi non stai prendendo parte a tutto quel movimentismo cibernetico che ci fa sentire parte integrante e decisiva di un’unica grande comunità mondiale che ogni giorno crea microparticelle di una macro opinionistica mondiale. E la partecipazione dove la mettiamo? Vaccini, Salvini, Osho, i gattini, le celebrità morte e seppellite sotto tonnellate di retorica.
Ma chi ti credi di essere? Mentre noi siamo tutti qui, affacciati alla finestra come le sorelle Materassi di Palazzeschi a guardare il mondo con la sensazione di esserne una parte integrante e decisiva. In realtà forse fai bene.
Siamo semplicemente affacciati al balcone o alla finestra ed essere dei semplici osservatori ci dà la sensazione di essere partecipativi. Quelli che partecipano e fanno le cose in realtà stanno altrove. Sono chiusi nelle proprie province d’appartenenza, che siano il Parlamento, Roma, Crotone, piuttosto che la provincia dei giornalisti, dei pubblicitari o dei designer. Mettono fuori la testa a turno con minore o maggior successo raccogliendo like e condivisioni.
Insomma, facendo del mondo virtuale una grande irrilevanza nel reale. Perché alla fine dei conti è proprio così. Qualcuno ha detto che avere molti amici sui social è come essere ricchi a Monopoli. Di fatto sta che tutta questa ridondanza di comunicazione sta distraendoci dalla vita “social” quella vera.
Io personalmente non ce l’ho con i social, anzi, li “strautilizzo” (non so se si può dire, ma lo scrivo). Ci fanno sentire la loro ininfluenza nel reale metabolizzando immediatamente tutto, dalla morte di Bowie al crollo del ponte (e in ogni caso il crollo del ponte ha minor vita mediatica della “gomma del ponte”… te la ricordi?).
Forse è questo il motivo per cui anche i grandi spender della new economy continuano a investire sui media tradizionali (radio e tivvù). Ma torniamo a noi. Parliamo di pubblicità, comunicazione, stili di vita e partecipazione.
I social media, per quanto ininfluenti nella vita reale, sono determinanti nella sensazione di partecipazione democratica. Nell’era del like ha ancora importanza il voto? Nel mondo politico ad esempio si parla dell’euro, della Brexit, di comunità geografiche e monetarie.
Tutto questo succede mentre Mark Zuckerberg lancia “Libra”, la moneta di Facebook. Una moneta per oltre due miliardi di cittadini.
Ancora parliamo di euro e Brexit? Sta succedendo una cosa che renderà anche i governi e i loro Paesi delle “sorelle Materassi” del pianeta in evoluzione. E lei… signor Presidente… non è su Facebook? Ma chi si crede di essere?