Sprinx e AKQA insieme per la nuova normalità con co.exist
Ritornare alla normalità sarà davvero possibile solo se impareremo a rispettare le nuove regole, come il distanziamento sociale. Per aiutare le amministrazioni comunali ma anche il mondo del retail e delle imprese, al tempo stesso senza avere costi esorbitanti, nasce co.exist, un prodotto pensato da Sprinx, Independent Software Vendor italiano, specializzato nella progettazione e fornitura di piattaforme software di video analisi in grado di analizzare la mobilità di veicoli e persone.
A raccontare a Touchpoint Today come è nato il progetto è Paola Clerici, General Manager e CMO di Sprinx: «Inizialmente Sprinx era focalizzata sulla videoanalisi legata alla mobilità, principalmente stradale. Già da un paio di anni ci siamo spostati anche sulla mobilità cittadina e questo comprendeva l’analisi anche delle persone, non solo dei veicoli. È in questo contesto che nasce co.exist: con l’emergenza sanitaria ci siamo resi conto di avere in mano una tecnologia che non soltanto permette di analizzare la mobilità delle persone, ma ci consente, grazie all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie che utilizziamo, di essere molto adattivi: questo significa poter sfruttare telecamere già presenti a scopi di videosorveglianza come sensori per altri tipi di informazione, in maniera semplice e immediata».
Rispetto ad altre tecnologie, come le app o i braccialetti che necessitano della partecipazione degli utenti, altrimenti decade la loro funzionalità, co.exist sfrutta quindi telecamere già presenti (la tecnologia addizionale è infatti un pc standard) per capire come le persone si muovono, quando non viene rispettato il distanziamento e per quanto tempo, quante sono le persone coinvolte.
«Tutto secondo la normativa della privacy – precisa Clerici -: facciamo videoanalisi non per controllare le persone ma per poter vivere in una situazione controllata».
Per realizzare co.exist, Sprinx si è avvalsa della collaborazione di AKQA: «Ci siamo resi conto di avere interlocutori diversi ma con esigenze simili – conferma la General Mangaer – e abbinando le nostre competenze con la loro capacità nella user experience abbiamo creato un prodotto facile da consultare da parte delle amministrazioni e dei privati. Non solo, AKQA ha forti competenze nella data intelligence che hanno consentito uno sviluppo ulteriore. Faccio un esempio: oggi ai vigili è richiesta una capillarità totale di controllo, ma co.exist non solo dà la possibilità di analizzare l’evento immediato, sul quale comunque non sempre si fa in tempo a intervenire, ma i dati vengono raccolti ed esposti sulla dashboard realizzata da AKQA, che mostra il flusso degli orari e dei luoghi nei quali il distanziamento viene rispettato meno. Questo consente di panificare gli interventi e ottimizzare le risorse che si hanno a disposizione. Per quanto riguarda invece altri tipi di utilizzatori, come il mondo del retail, la tecnologia di co.exist si presta anche ad applicazioni future, una volta passata l’emergenza, per fare data intelligence sui punti vendita. Quindi non più nell’ottica di evitare gli assembramenti, ma di capire quali aree del negozio destano più interesse e come modificare i flussi all’interno del negozio per aumentare le vendite e recuperare questi mesi difficili».
Co.exist è già al lavoro sia nel pubblico sia nel privato, come sottolinea Clerici. «Abbiamo fatto la nostra prima presentazione ufficiale con i Comuni di Origgio e Uboldo e stiamo fornendo la nostra tecnologia anche per alcune fermate della Circumvesuviana, per rilevare gli assembramenti sulle banchine. Inoltre, venerdì abbiamo attivato un impianto all’Ospedale San Giovanni di Roma.
Nel privato, stiamo lavorando con la GDO e con retailer dei settori abbigliamento ed elettronica».
Co.exist è attualmente oggetto di una campagna sui social media sui canali di Sprinx: LinkedIn, Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.
«Co.exist crescerà ancora – conclude Clerici -: la nostra idea è aggiungere nuove funzionalità nell’ambito sia cittadino sia privato per aiutare le imprese che hanno fermato il loro lavoro, quindi questo investimento diventerà per loro uno strumento per aumentare la produttività».